Onorevoli Colleghi! - I dati epidemiologici ci riferiscono che attualmente in Italia oltre 2 milioni di cittadini (con una prevalenza oscillante tra l'1,5 per cento e il 10,6 per cento) sono portatori del virus dell'epatite C (HCV). Di questi circa 600.000 sono affetti dalla malattia sia nella forma di epatite cronica che di cirrosi epatica. A questi vanno aggiunti quelli affetti da epatiti croniche da virus B e da altri virus epatotropi.
      Per quanto l'incidenza di epatite B stia lentamente diminuendo in Italia, il livello permane ancora tra i più elevati dell'Europa occidentale.
      Ogni anno circa 14.700 persone muoiono di cirrosi epatica e nel 47,7 per cento dei casi la causa principale di questi decessi è il virus HCV, mentre nel 72 per cento dei casi, insieme al suddetto virus, altri fattori aggiuntivi (virus B, alcol, virus HIV eccetera) determinano complicanze e aggravamento della malattia.
      Comunque si può affermare che ogni anno muoiono almeno 7.000 persone affette da cirrosi epatica post-virale.
      L'unica alternativa ad una morte prevedibile sono terapie antivirali particolari e molto costose e, nelle fasi avanzate, il trapianto di fegato che, anche per grave carenza di donatori, può arrivare a salvare non più di 750-900 persone ogni anno.
      Attualmente le terapie più moderne riescono ad eliminare definitivamente il virus HCV e il virus HBV in circa il 50 per cento dei soggetti ammalati.
      I virus HCV e HBV si trasmettono, il più delle volte, in modo inapparente, attraverso contatti occasionali con il sangue di persone infette.

 

Pag. 2


      La comparsa dei primi sintomi si può avere anche dopo 10-15 anni dal momento del contagio. Le vie più frequenti di contagio sono sottovalutate e spesso sconosciute dai cittadini (micropunture, tatuaggi, rapporti sessuali, uso di siringhe non sterili eccetera).
      Vi è oggi certamente una sostanziale carenza per una efficace prevenzione e per una corretta e capillare informazione nei confronti della popolazione, con un rischio crescente di aumento dei portatori asintomatici dei suddetti virus.
      In assenza, fino ad oggi, di un vaccino specifico per il virus C (quello più frequente) e di una terapia farmacologica radicale, è urgente intervenire con una capillare e corretta informazione sia individuale che di massa (scuole, militari, comunità eccetera).
      Nel frattempo occorre sostenere con una serie di interventi le centinaia di migliaia di cittadini seriamente malati.
      Con l'articolo 2 della presente proposta di legge si prevedono i seguenti interventi da parte dello Stato, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano:

          a) attuare la prevenzione primaria delle epatiti virali;

          b) perseguire la cura e la riabilitazione dei malati;

          c) prevedere le agevolazioni per l'inserimento sociale, scolastico, lavorativo e sportivo dei portatori asintomatici e degli ammalati;

          d) favorire l'educazione e l'informazione sanitarie del malato, dei familiari e dell'intera popolazione, a rischio e non a rischio;

          e) provvedere all'aggiornamento e alla preparazione professionali del personale socio-sanitario addetto alla prevenzione e alla cura delle patologie previste dalla proposta di legge;

          f) promuovere programmi di ricerca finalizzati al miglioramento degli standard di prevenzione e di cura;

          g) collaborare con enti e con organizzazioni di volontariato che si distinguono per la qualità di assistenza fornita agli associati ed alla comunità in generale, incentivando, altresì, tali attività.

      L'articolo 3 enumera una serie di azioni esercitate dallo Stato attraverso le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, volte a prevenire la malattia.
      L'articolo 4 dispone il finanziamento dei progetti di ricerca a carico del bilancio del Ministero della salute.
      Negli articoli successivi viene ribadito l'impegno dello Stato ad agevolare al massimo l'inserimento dei malati nella vita lavorativa e nella società; ai soggetti affetti da cirrosi epatica è altresì riconosciuto, ai sensi dell'articolo 7, il diritto all'assegno ordinario di invalidità e alla pensione ordinaria di inabilità, nonché, qualora se ne presenti la necessità, il diritto a percepire un assegno mensile per l'accompagnatore.
      Ai soggetti portatori di questa patologia, inoltre, si applicano tutti i benefìci previsti per i disabili dalla legge n. 104 del 1992. Le loro associazioni e quelle dei loro familiari sono riconosciute come organizzazioni di volontariato ai sensi e per gli effetti della legge.

 

Pag. 3